Calcio e Politica. ”E’ calcio anche quello di III categoria"
Il Presidente della Lega B intervenendo ieri nella trasmissione “Pomeriggio da Campioni” ha toccato molti temi tra cui quello della sicurezza.
“Il movimento calcistico è molto vasto e sicuramente la base è - almeno
in termini numerici - la più consistente”. Fatto accomodare su una sedia, scherzando chiede:
“Ma che mi avete messo sul banco degli imputati?”. Non è così però,
perché è lo studio stesso che ha questa disposizione e gli ospiti
d’eccezione siedono sempre lì. “E voi chi siete i giudici?” rivolto
ai presenti posti dietro al tavolo lungo. Togliendo ogni dubbio e
facendosi portavoce del movimento calcistico nazionale, ha poi
sottolineato che il calcio non è un’ ammortizzatore sociale.
Aggiungendo che se si vuole lo sia basta che venga notificato e la
FIGC si comporterà di conseguenza. In quel caso però bisognerà fare
un’analisi “psico-sociale” adeguata in modo da evitare spiacevoli
inconvenienti.
Il tema principale dell’intervento è stato comunque quello sulla
sicurezza negli stadi. Anche visto il recente procedimento del
Governo Renzi che prevede l’onere degli straordinari delle
Forze dell’ordine in capo alle società sportive. “Ci impegniamo” dichiara, “affinché i costi non finiscano per gravare sul pubblico. Perché
secondo noi il costo per accedere allo stadio deve diminuire non
aumentare”.
Marcel Vulpis Direttore del magazine
sporteconomy.it
chiede:
“Ma secondo lei il modello degli stadi di proprietà come proposto
da Juventus e Sassuolo può aiutare nella gestione
della sicurezza?”
Sicuramente sono modelli da prendere in considerazione, ma anche le
infrastrutture della città sono determinanti. Lo stadio e la sua
organizzazione non possono essere isolati. E poi aggiunge:
“Oggi costruire palestre e stadi deve essere più facile, gli
impianti vanno pensati affinché rispondino alle esigenze della
cittadinanza”. E quando Beppe Incocciati chiede:
“Ma se una persona si rivela pericolosa secondo me non bisogna
farla entrare”. Il Presidente della Lega B chiosa:
“Non funziona così. Non si può dire alla gente tu non entri perché
sei brutto. E nemmeno abbiamo una cultura anglosassone. Quindi le
nostre scelte si dovranno adattare alla realtà italiana”.
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di Foto Sport & Notizie (indirizzo email : fotosportnotizie@gmail.com)
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