Calcio e Politica. Olimpico: ”Si cambia”
Intervistato dal ‘Corriere Dello Sport’ il questore D’Angelo spiega gli interventi che dal prossimo anno saranno eseguiti per aumentare ancora di più il livello di sicurezza dello ‘Stadio Olimpico’.
Quella in corso è una vera e propria rivoluzione. Misure che la
Questura di Roma ha studiato insieme a Coni, Lazio e
Roma. I cambiamenti erano inevitabili alla luce della stagione
passata. Dove l’aspetto della sicurezza ha vissuto fortune alterne.
“E’ stata una stagione di luci e ombre, in cui abbiamo fatto molto
– dice il questore D’Angelo -
ma abbiamo anche in mano dati allarmanti. Cosa non mi piace: sedermi
ogni domenica allo stadio e vedere le curve in quello stato
inammissibile. Stracolme oltre la loro agibilità, impenetrabili oltre
ogni logica di pubblico soccorso”. Lo Stadio Olimpico è sicuramente uno stadio di prima fascia e
questo è fuori discussione. Anche se come tutti gli stadi italiani è stato
concepito in tempi remoti e poi nel tempo ha subito modifiche successive
che si accumulano. “L’Olimpico è uno stadio a 5 stelle Uefa. E’ lo stadio in
cui si gioca e con cui dobbiamo fare i conti. Il contesto in cui è
inserito non ci aiuta, la viabilità è quella che è, le vie d’accesso
idem”. Inoltre all’interno la sicurezza ha molte lacune:”
Non c’è aria, ci sono vie di fuga intasate. Ogni volta è un rebus”.
Così si è arrivati a un deciso restyling organizzativo: “E’ una necessità e gli stadi nuovi vanno anche verso numeri e curve
più ridotte: tutti. Abbiamo una capienza e un’agibilità per 8.500
posti, quando c’è la partita si arriva anche a 11mila presenze:
debordano, scavalcano”. E la situazione diventa quindi difficile da gestire per le
Forze dell’Ordine. “Il piano guarda a carenze strutturali, gestionali e ambientali.
Quando dico ambientali mi riferisco al degrado culturale diffuso nelle
curve”. I club sono stati certamente sentiti e la loro collaborazione è
fondamentale affinché il piano abbia successo. La
Capitale peraltro non avrà più un derby serale: “E’ la risposta necessaria al momento che viviamo. Anche l’agibilità
dell’Olimpico, se ci pensiamo, è legata a un tempo diverso da
questo, dal punto di vista delle strutture, del modo di andare allo
stadio, di accedere all’impianto. La toponomastica dello
Stadio Olimpico è particolare. Ci auguriamo che il prossimo
stadio della Capitale abbia via d’accesso diverse”. (corriere dello sport)
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