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Società.Cina e prezzo del petrolio e... Coronavirus.

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La Pandemia da Coronavirus si inserisce in un più ampio processo di abbattimento del mercato del petrolio. Nel 2014 la crisi della borsa cinese e le operazioni commerciali dell’Iran.


8 Aprile 2020. La Pandemia da CoronaVirus sta abbattendo ancora di più la domanda di petrolio. E come fa notare un articolo del magazine online 'Internazionale.it' di ieri, l'anno appena passato potrebbe essere il picco della richiesta di combustibili fossili.
Tra l'altro, lavorare in formula smart-working sta diventando per molte realtà, ancora più di prima, un abitudine. In questo periodo infatti si registrano livelli di inquinamento più bassi e le energie verdi sembrano sempre più una via percorribile. Tutti aspettano la fine di questa situazione di stallo e la ripartenza resta un punto interrogativo. “La guerra dei prezzi e il covid-19 hanno gettato nel caos il settore del petrolio e del gas. Oggi ci sono aziende che lottano per la sopravvivenza”, conferma Valentina Kretzschmar della società di analisi Wood Mackenzie.
Secondo Goldman Sachs è possibile che siano già stati chiusi numerosi pozzi di petrolio, per una produzione complessiva di quasi un milione di barili al giorno, perché il prezzo del greggio è ormai inferiore ai costi di trasporto. La banca statunitense stima che il numero di pozzi chiusi cresca “di ora in ora”. Questo potrebbe “cambiare definitivamente l’industria dell’energia e la sua geopolitica, influenzando il dibattito sul cambiamento climatico”, sottolinea Jeffrey Currie, capo del settore delle materie prime di Goldman Sachs.

5 Agosto 2015. In effetti la presente situazione del mercato non è una novità per gli operatori e si inserisce in una più ampia curva discendente - come il presente articolo di agosto 2015 faceva notare. Nel corso del 2014 - infatti - il prezzo del petrolio è sceso costantemente e notevolmente, passando dai 110 dollari al barile di maggio 2014 ai circa 50 dollari al barile di marzo 2015. Da marzo in poi sembrava invece che la tendenza si fosse invertita, e il prezzo del petrolio è risalito fino a circa 70 dollari al barile a giugno 2015. Da allora, tuttavia, il prezzo è sceso ancora fino ad arrivare sotto i 45 dollari al barile. Le ragioni del nuovo calo del prezzo del petrolio, spiega ‘Quartz’, sono una produzione troppo alta per l’attuale consumo mondiale, il rallentamento dell’economia cinese, al momento quella che fa più uso di petrolio (perché trasforma più di tutti materie prime). E il recente accordo sul nucleare iraniano.

Le operazioni dell'Iran. Alla base del nuovo calo del prezzo del petrolio ha a che fare con l’accordo sul nucleare iraniano raggiunto il mese scorso, che tra le altre cose prevede un ammorbidimento delle sanzioni internazionali vero il paese e dell’embargo sull’esportazione del petrolio. L’Iran ha già aumentato la sua produzione di petrolio di circa 500.000 barili al giorno e nel giro di poche settimane potrebbe aumentarla ancora fino a circa 1 milione di barili in più al giorno, e riportare la sua produzione ai livelli precedenti alle sanzioni sull’esportazione imposte nel 2012, quando l’Iran era il secondo produttore di petrolio dell’OPEC.

Il calo del prezzo del greggio. L’aumento delle esportazioni da parte dell’Iran farebbero aumentare ancora l’offerta di petrolio e ne farebbe diminuire ulteriormente il prezzo. Il governo iraniano non è tuttavia preoccupato dal calo del prezzo del petrolio che sarebbe causato da un incremento della loro produzione, visto che confida di raddoppiare le sue esportazioni e mantenere costanti i guadagni per lo stato. Questo grafico mostra i livelli di produzione di petrolio dell’Iran in termini di barili per giorno nel corso degli ultimi anni. (ilpost.it)


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