Notizie Calcio. Pareggia la Lazio nella terra di Kolomoyskyi
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foto: dailystormer.com |
Accompagnata dalla polemica sulla maglia nera, in un clima quasi di guerra (quello che si respira nel Donbass orientale). La Lazio esce dalla Dnipro Arena sicuramente scontenta dell’esile punto guadagnato.
“Dobbiamo crescere sul piano dell’attenzione” - dice Parolo a
fine partita ai microfoni di
'Lazio Style Radio' –
“Siamo soddisfatti dell’ottima partita, non abbiamo mai rischiato. Solo
negli ultimi secondi del match abbiamo avuto un calo di concentrazione. Il
Dnipro faticava ad arrivare in porta. Dobbiamo lavorare su queste
disattenzioni”. Più diretta invece la critica verso l'arbitro da parte di Pioli:
“Il regolamento parla chiaro, il gol del pareggio è arrivato a tempo
scaduto, oltre la fine del recupero. Ma sono amareggiato perché dovevamo
chiudere prima la partita. Questa è l'ennesima lezione: dobbiamo imparare,
dobbiamo crescerere: questa era una partita da vincere”.
Nei giorni precedenti tra l’altro il clima che si era creato intorno alla
gara non era dei migliori. Con il quotidiano francese
’Le Monde’ che si era scagliato contro la casacca nera con
l’aquila sul petto. Una sorta di richiamo ironico alle
Camice Nere e al Terzo Reich che non è piaciuto molto né
alla società biancoceleste né alla classe politica. Come ad esempio
alla Meloni di Fratelli d’Italia che sul suo profilo
Facebook scriveva:
«Siamo al delirio. Il nero può essere indossato, ma non da una squadra
romana e non dalla Lazio. Se in giro per l’Europa ci
fossero altri scienziati come quelli di ’Le Monde’ avremmo
grandi problemi a scegliere le maglie di calcio»
Ai confini del Donbass orientale è successo tutto sotto il
consenso dell’Uefa e di Platini. E del presidente del
Dnipro, l'oligarca Igor Kolomoyskyi. Un patrimonio vicino
ai 3 miliardi di dollari e la banca privata più popolare d’
Ucraina. Il magnate è titolare anche di un battaglione privato.
Il nemico sono i separatisti filorussi di stanza a Donetsk a
pochi chilometri dalla tranquilla Dnipropetrovsk. Tra l’altro la
regione fluviale del Dnepr (il terzo fiume più grande
d’Europa) fino a giugno era totalmente sotto il suo controllo,
fino a quando Igor Kolomoyskyi è entrato in aperto contrasto con
il premier ucraino Poroshenko. (Corriere dello Sport)
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