Sport. Nuoto. Popov: “Il nuoto non dipenda dalla tecnologia”
Già se lo sentiva quell’oro olimpico ad Atlanta 1996: “Forse posso sembrare arrogante, ma sapevo già il risultato finale prima dell’inizio della gara. Sapevo cosa dovevo fare nei 100 stile” confessa Aleksandr Popov, lo ‘Zar della velocità’, al programma ‘Going for Gold’ di 'Eurosport' (l’intervista integrale lunedì 11 aprile alle 19.00).
Cinque anni prima, al Trofeo Lavazza di Saluzzo in Italia il giovane cronista Christian Zicche, oggi Direttore di ‘Swimbiz.it’, rimase incantato dalla leggerezza con cui nuotava quel sovietico. Al punto che scrisse “Matt Biondi deve fare attenzione” mentre gran parte della stampa scommetteva ancora sull’americano. A Barcellona 1992 Biondi finì quarto e iniziò la leggenda da olimpica dello Zar, due volte a doppietta 50-100 m stile libero. Batteva già differente bandiera, la Comunità degli Stati Indipendenti sorta dopo la dissoluzione dell’Urss
“Nessuno era a conoscenza di come si sarebbe evoluta la situazione – prosegue Popov nell’intervista a ‘Going for Gold’ – ma rappresentare la nostra nazione era un onore, indipendentemente dalla bandiera che sventolava” avrebbe chiuso la carriera, ai Mondiali di Barcellona 2003, come russo. Oggi vede un nuoto sempre più veloce e tecnologico: “Credevo, e credo tuttora, che il nuoto debba dipendere dalle condizione fisiche e dal talento degli atleti, e non dallo sviluppo della tecnologia”. (SWIMBIZ.IT)
di Foto Sport & Notizie (fotosportnotizie@gmail.com)
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