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'Red Zone' Perugia, storia di una top disco abbandonata.

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Il Red Zone al momento è in uno stato di abbandono. Il destino è poco chiaro. La ex-discoteca è sottoposta a sequestro fallimentare e ci sono possibilità che venga abbattuta.


Il Red Zone è chiuso dal 2015 - come riferisce il quotidiano online umbro 'Tuttoggi.info'. Ad oggi, l'infrastruttura permane in uno stato di abbandono. L'azienda titolare dell'immobile sarebbe la 'San Martino Costruzioni' con sede a Pordenone e vanta una cifra considerevole per affitti non pagati nei confronti della 'Red Zone srl' di Riccione che gestiva l'attività. A partire dal 2015 il curatore fallimentare ha indetto aste su aste (più di 10), l'ultima il 5 novembre 2021, per vendere l'immobile e pagare i 600K di affitto (vedi articolo e servizio fotografico di dustydancing.com). Ad oggi, comunque, continua lo stato di attesa e abbandono. In cui si paventano abbattimenti e similari e in cui la base d'asta è scesa da 960K a 300K - su alcuni siti internet si parla anche di soli 150k.

Il collettivo del Red Zone e lo staff continuano l'attività. Come si evince da vari siti come 'angelipierre.it'. C'è la pagina Facebook e Instagram dove trovare aggiornamenti. In rete e su Youtube si trova molto materiale come spezzoni di feste e altro. C'è anche un club virtuale (c'era, vedi umbriadomani.com) . L'affetto dimostrato in rete dal pubblico per il locale è importante.

Il Red Zone in principio si chiamava Palladium e proponeva musica commerciale. Poi inizia a cavalcare l'onda della garage e della house di NYC e a invitare 'big djs' della scena internazionale come Tony Humpries e David Morales per fare qualche nome. Insieme ai storici resident Ricky & Sauro e al clima irripetibile che si viene a creare in questo angolo di Italia centrale. Tutto questo mix fa in modo che il club diventi un'icona del genere in Italia e nel mondo. Anche grazie a un ambiente quello umbro-tosco-emiliano molto fertile sotto questo punto di vista. Non dimentichiamo che da queste parti sono cresciuti grandi producers e musicisti di levatura internazionale come Ralf, Jovanotti, Ricky Montanari e molti altri.

Il Red Zone deve il suo nomne alla caduta del Muro di Berlino. Nasce, infatti, nel 1989 sotto le influenze di un periodo, gli Anni '90, dove condivisione e voglia di libertà creano quell'atmosfera di distensione post Guerra Fredda. L'ambiente del locale è descritto bene in un articolo di gennaio 2014 della rivista musicale 'MusicBaum.com' in cui l'autore faceva la cronaca dell'evento dopo aver partecipata a una festa.

Erano anni di una transizione infinita, quella, che avrebbe dovuto preludere a periodi di profondi sconvolgimenti sociali e politici. Che, poi, a ben vedere, è la situazione di oggi, dove la normalità è l'emergenza e l'attesa costante.


Nel video trovi immagini del club virtuale, di un reportage fatto da Nicola Balini e da una festa ripresa live dal Red Zone. I link alle fonti le trovi in descrizione al video su Youtube.


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