Bini 5 anni dopo. Qualcosa è cambiato.
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L'area archeologica adiacente al S.Anna. |
Partendo da quel tragico Febbraio 2008, passando attraverso giustizia e media. Parola alla Signora Delia.
E’ martedì 13 di Novembre 2012 e ho voluto parlare con la Signora Delia Santalucia, mamma di Alessandro Bini. Per capirne un po’ di più. L’Associazione che presiede si occupa della sicurezza sugli impianti sportivi.
E’ sempre difficile chiedere a una mamma che ha perso il figlio informazioni sul piccolo scomparso. E dopo una fase iniziale di reticenza la Signora qualcosa la dice.
“Signora le cose brutte non vengono sempre per nuocere è vero o no?”
Noi già all’indomani del fatto abbiamo istituito questa associazione per propagandare la sicurezza sui campi, ma di difficoltà ne abbiamo avute molte e sebbene i media disegnino una realtà serena non è proprio così. Sa con quanta gente abbiamo parlato, ma non saprei proprio cosa dirle in merito.
“Questo che lei mi dice per me già è sufficiente”
Di telefonate ne riceviamo a iosa e non darei per scontata la bontà di tutte le persone con cui ho parlato. E abbiamo anche istituito un addetto stampa per rispondere a questa problematica.
“A cinque anni dal fatto le iniziative sono numerose in ricordo di Alessandro”
Sono molte è vero, a partire dal Memorial, ai nuovi impianti sportivi intitolati al ragazzo eccetera. E alle crescenti attenzioni verso il primo soccorso e alla sicurezza degli impianti sportivi in genere. Ma qui a Roma sembra che chiunque giochi a pallone deve diventare un “Totti”.
“L’ambiente del calcio è quello che è, e lo conosciamo tutti”
E’ vero però ci sarebbe bisogno di maggiore cultura. Cosa che non si ottiene da un giorno all’altro. E poi i genitori sono l’elemento di maggiore criticità perché trasferiscono sui propri figli le loro aspettative. Certo è inevitabile, ma bisognerebbe riflettere di più. Manca una cultura dello sport.
“Certo che se la scuola non funziona bene, lo sport è un rifugio per molti”
Noi infatti cerchiamo di promuovere anche nelle scuole una maggiore attenzione verso queste tematiche. Troviamo però grandi difficoltà. Il calcio è uno sport, un gioco, e così và trattato. Soprattutto per quanto riguarda i più piccoli. Non si può pensare che tutti diventino giocatori della A.S. Roma. Non è possibile a livello matematico. Questo è il problema principale che troviamo.
“Ma qui stiamo in Italia e a Roma in particolare”
Lo so è proprio questo il problema. E la situazione socio-economica attuale non è assolutamente staccata dal nostro problema particolare. E staremo a vedere quello che succede. In conclusione speriamo che «Acqua» e «Vita» più che mai sinonimi siano da tutti guardati con maggiore attenzione.
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di Foto Sport & Notizie (indirizzo email : fotosportnotizie@gmail.com)
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